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Dire, fare, votare, lettera, testamento

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harbiter
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Un post questo un po' buttato giù di getto. Non lo faccio mai ma sono a casa di mia madre che aspetto il pranzo e non ho altro da fare.

Siamo appena stati a votare per il referendum. Mi sa che i suoi voti andranno al quorum visto che è venuta solo perché ci volevo andare io. Credo che abbia ritirato le schede e restituite senza voto. Va bè, non mi importa.
Mi vien da dire che non mi importa poi più di tanto il risultato di questo referendum. Ma sappiamo bene che questo pensiero si genera dal fatto che sto votando per qualcosa che finora non mi ha mai toccato. Ma non si sa mai cosa ci riserba il futuro e quindi aver votato oggi invece di andare al mare forse mi ha parato il culo per una futura sfiga lavorativa che potrebbe arrivare. Perché non si sa mai, quindi votiamo per pararci il culo.

Se stessi scrivendo solo per parlare del referendum il post finirebbe qui, visto che non voglio entrare nei dettagli della mia visione politica italiana. So di non sapere e quindi tengo la bocca chiusa (ce ne fossero più che fanno così 🙄).
Però tornare al mio paese natale e girarci per il centro in periodo di sagra mi ha triggerato.
Mi sono trasferito in un altro comune a Gennaio di quest'anno e quindi le occasioni per girare per il centro del mio paese sono calate praticamente a zero, visto che già prima non mi interessava. Siamo in periodo di sagra, qui fanno la sagra delle ciliegie. E a parte i banchetti di ciliegie e il tendone del cibo, praticamente non c'è altro.
In nessuna delle giornate o serate fanno eventi, nessun concerto, nessun dj set, nessuna festa. Niente, solo il tendone per mangiare.

Già l'Italia da questo punto di vista non mi fa impazzire. Il posto dove sto ora è più grande ma comunque non è che proponga molte situazioni che mi interessino, vista la mia repulsione per il mainstream. Però tornare al mio paese natale mi ha fatto proprio tristezza. Un paesino di vecchi, scout e famigliole.

Il mio primo pensiero è che ho fatto bene ad andare via. Ma la verità è che neanche dove sto ora ci sono occasioni ed eventi di mio interesse. Dovrei andare in qualche grande città per quelle, ma vi dirò che da persona che ha sempre vissuto circondato dai campi, la città mi fa proprio schifo. Vedo gli appartamenti ammassati gli uni sugli altri e la prima immagine che mi balena in testa è quella dei topi in gabbia che girano sulla loro ruota (e la puzza di piscio che sempre accompagna i vicoli cittadini).

E niente, non so quale sia il punto di questo discorso, ma so che sono triste e un poco abbattuto. Andando avanti, quelli che erano miei amici si stanno allontanando perché hanno altri interessi. Vivere nella campagna veneta non rende proprio facile conoscere nuove persone. Sono combattuto tra lo stare bene per le mie e il non avere qualcuno che condivida le mie passioni. Ogni giorno che passa mi sento sempre più isolato in un Paese che mi risulta sempre più straniero.

Però hey, abbiamo il sole e il mare eh, non lamentiamoci...